In un passo storico verso la tutela dei diritti delle donne, il Portogallo ha recentemente introdotto una legge rivoluzionaria volta a contrastare la violenza ostetrica, segnando un momento di svolta nella sanità materna del paese. La legge 33/2025 del 31 marzo, pubblicata sul Diario da Republica e in attesa dei decreti attuativi, entrerà in vigore quando sarà approvato il prossimo bilancio dello Stato. Questa legislazione rappresenta il culmine di anni di attivismo, ricerca e testimonianze coraggiose da parte di donne che hanno subito trattamenti inumani durante uno dei momenti più vulnerabili della loro vita: il parto.

Il Portogallo introduce una legge contro la violenza ostetrica

La violenza ostetrica comprende una serie di abusi fisici e psicologici inflitti alle donne durante la gravidanza, il parto e il puerperio. Questi possono includere procedure mediche non consensuali, interventi dolorosi senza anestesia, linguaggio offensivo e atteggiamenti irrispettosi da parte del personale sanitario. Tali pratiche non solo violano i diritti fondamentali delle donne, ma possono anche lasciare cicatrici emotive profonde e durature.

La strada verso questa legislazione è stata lunga e ardua. Già nel 2021 il Parlamento portoghese aveva approvato la Risoluzione 181/2021, che raccomandava al governo di eliminare le pratiche di violenza ostetrica e di condurre uno studio anonimo per determinarne l’estensione nel paese. Questa risoluzione ha posto le basi per un dibattito nazionale sulla necessità di proteggere le donne da abusi durante il parto.

Nel corso degli anni numerose proteste hanno avuto luogo a Lisbona e Porto, con donne che hanno condiviso le loro dolorose esperienze di maltrattamenti subiti durante il parto. Queste manifestazioni hanno evidenziato l’urgenza di un intervento legislativo per garantire un’assistenza rispettosa e dignitosa alle partorienti.

Punire la violenza ostetrica

La nuova legge, frutto di queste pressioni sociali e politiche, introduce misure concrete per prevenire e punire la violenza ostetrica. Essa prevede sanzioni per gli operatori sanitari che violano i diritti delle donne durante il parto e stabilisce meccanismi per facilitare le denunce da parte delle vittime. Inoltre, la legge sottolinea l’importanza di un’assistenza alla nascita basata sul rispetto, la dignità e il consenso informato.

Questo progresso legislativo pone il Portogallo all’avanguardia in Europa nella lotta contro la violenza ostetrica. Sebbene altri paesi abbiano riconosciuto il problema, il Portogallo è tra i primi a implementare una legge specifica per affrontarlo. Questo atto normativo non solo protegge le donne portoghesi, ma serve anche da modello per altre nazioni che cercano di affrontare questa problematica.

La promulgazione di questa legge è un tributo alla resilienza e al coraggio delle donne che hanno condiviso le loro storie, trasformando il dolore personale in un catalizzatore per il cambiamento sociale. È una testimonianza del potere dell’attivismo collettivo e dell’importanza di ascoltare e rispondere alle voci delle donne.

Mentre il Portogallo celebra questo traguardo, la speranza è che questa legge non solo porti a una diminuzione degli abusi nelle sale parto, ma promuova anche una cultura di rispetto e umanità nell’assistenza alla nascita. Che sia un faro di speranza per le donne ovunque, dimostrando che il cambiamento è possibile quando la giustizia e la dignità diventano priorità collettive.

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